C'era una volta

La bella storia di amicizia, di passione e di lealtà, ancor prima che di sport, che dura quasi 50 anni a Villorba può iniziare con un bel “c’era una volta”.
E’ il 1972. Villorba è ancora immersa nella realtà rurale: poche auto, molti ragazzini che giocano per la strada e gli sparuti appassionati di rugby locali che amavano seguire le partite di rugby, disputate all’allora stadio “Milani” di Treviso, campo di gioco della Metalcrom del presidente Zanetti. Zucchello (protagonista dello scudetto con la Faema e mitico giocatore trevigiano in azzurro) insegnò i primi rudimenti tecnici

In quel periodo, alle scuole medie di Villorba, il prof. Franco Casellato (già esperto giocatore di pallaovale) era riuscito ad organizzare una squadra di rugby villorbese per i Giochi della gioventù. Scoccò così la scintilla del rugby a Villorba, grazie alla passione e all’impegno di quattro amici: Casellato appunto assieme a Sergio Bortoletto, Albino Pizzolato e Renzo Cenini.
Si inventarono manifesti di reclutamento che sparsero per il territorio, diffondendo il passaparola tra i “ribelli” del circolo culturale che aveva sede presso l’ex bar Fantin in centro a Villorba. Furono proprio loro i primi a presentarsi al campo di via Battisti e iniziare questa magnifica esperienza a tutto tondo, che si chiama Villorba Rugby.

Da allora molte persone, non solo atleti, ma anche genitori, amici e simpatizzanti, hanno accompagnato la crescita della società villorbese, supportando i rugbisti con la maglia gialloblu e le loro imprese sportive.
Alcuni di loro sono addirittura giunti dall’altra parte del mondo per giocare in questa squadra di periferia, capace negli anni di ritagliarsi un posto di spicco nel mondo del rugby italiano sia societariamente che agonisticamente, scalando la vetta del rugby italiano fino alla conquista della serie A2 .
Il Villorba alla pari in quasi 50 anni di storia, ha fatto crescere ottimi giocatori, alcuni capaci di conquistarsi addirittura l’onore di militare nelle fila della Nazionale Italiana, indossando la maglia azzurra.

L’elenco è lungo e qualificato: l’All Blacks e Maori Billy Bush, i fratelli Bruno e Nello Francescato, Jon Ah-Kuoi, il cognato di Kirwan Richard Fry, Giovanni Favaro che allenò la squadra per due anni, Domenico “Coco” Armellin, Paul Galon, Giorgio e Nereo Troncon, Alfonso Jeje Fuselli, Corrado Possamai. E ancora J. Louis Basei, Stefano Annibal, Stefano Rigo e Claudio De Rossi. Difendendo tutti i colori gialloblù nobilitate da qualificati sponsor: Metalcrom, Americanino, Imoco, Trevisauto. Fino ai tempi più recenti.

L’avventura agonistica cominciò con il primo campionato serie “C” nella stagione 1973-74, disputata sul campo sportivo di via Cesare Battisti, diviso con la locale società di calcio. Non andò proprio male, perché il Villorba vinse cinque partite pareggiandone due. Peggio andò l’anno dopo con una sola vittoria e un pareggio. Gli anni successivi crebbe il livello tecnico fino alla conquista della serie B. Da allora il Rugby Villorba non è mai retrocesso, conquistando per due stagioni la serie “A2 sfiorando la poule scudetto, perdendo però lo spareggio con la Roma.

Il Villorba Rugby può vantare nella sua lunga storia anche nomi famosi nel mondo del rugby italiano per quel che riguarda la conduzione tecnica. L’elenco degli allenatori sedutisi sula panchina vilorbese è ricchissimo di nomi not: dopo Casellato e Zucchello Sandor Peron (anch’egli protagonista del primo scudetto a Treviso nel 1951), poi il francese Paul Galon, Gino Martignon, Giorgio Troncon, Ino Pizzolato; poi Marchetto e Giovanni Favaro, Billy Bush, Cesco Dotto, Girardi, Bincoletto, Aceto, Cesco Dotto, Bepi Zanatta, MEMO e Durante, Zaffalon, Zizola e Simionato, MEMO e jacki, Bianchin, Foglia, Cossu, Signori, Cocco, Bot, Giazzon.

Primo tra tutti a guidare una squadra che puntava ad affermarsi nel mondo rugbistico trevigiano fu Sandor Peron, per tanti anni un autentico punto di riferimento del rugby villorbese. I suoi ricordi (tratti da “Quarto tempo” ed. Compiano) sono significativi: “Sono stato il primo allenatore ad organizzare una squadra capace di affrontare degnamente i vari campionati a Villorba. Era il tempo delle collette per pagarsi il pullman, ma lo spirito era quello giusto. C’era un pizzico di invidia per la vicina Treviso, da sempre ben strutturata societariamente. Villorba è sempre riuscita a sfornare ottimi rugbisti, dal talento naturale. Gente che aveva nel DNA la predisposizione al sacrificio, al combattimento, ideale per ottimi pacchetti di mischia. Annibal, Basei, i fratelli Zambon, Ieie Fuselli, D’Avanzo sono stati uomini di mischia che seppero esprimere tutto il talento della scuola villorbese. Riuscimmo anche ad approdare ad una finale regionale a Roncade nella quale ci dovevamo misurare alla pari con la Faema allenata da mio fratello. Ma sapendo della grande forza del nostro pacchetto, trovarono la scusa di un temporale che stava per imperversare per rinviare una partita mai giocata!”

Ritorniamo ad una intervista a Peron (scomparso nel 2016) per una decodifica centralissima del valore assoluto del rugby trevigiano nell’arco nella sua crescita, espresso ad ottimi livelli nel capoluogo ma sicuramente degnamente emulato anche in periferia, proprio a Villorba: “A Treviso abbiamo avuto sempre una particolare filosofia di gioco, volendo sviluppare un rugby spettacolare che ha messo in risalto, per esempio, linee dei tre quarti di grandi qualità. Perseguendo questa visione ci divertivamo e facevamo divertire. Secondo me il rugby evidenzia la cultura di una città: quello di Treviso e della sua provincia è sempre stato “allegro” come la vita che si respira nelle nostre piazze, alla sera…”